Quali investimenti immediati su infrastrutture e trasporti sarebbero necessari da parte del governo?

Quali investimenti immediati su infrastrutture e trasporti sarebbero necessari da parte del governo?

Soprattutto per quanto riguarda alcuni tipi di investimenti.

Il tuo libro nel cassetto o il tuo libro in libreria?^

Hai un libro nel cassetto…
Beh forse non é un libro vero e proprio…
Non ancora.
– Le tue poesie
– Una storia che vorresti raccontare
– Il resoconto di un viaggio.
– La storia della tua vita da lasciare a figli e nipoti
– Una ricerca.
– Le tue fotografie…
– La storia di un grande amore…
Vorresti proprio che tutto questo, che conservi gelosamente e che ogni tanto rileggi, diventasse un libro vero e proprio.
Magari un libro di successo.
Perché no?
In poche parole vorresti pubblicarlo ma non sai da dove cominciare.
Hai bisogno di un bravo redattore che metta tutto in ordine, che risolva le questioni redazionali, i titoli, che digitalizzi e corregga tutto in ottimo italiano, che ottimizzi le immagini, la forma, l’impaginazione, che disegni una bella copertina.
Che, magari, ti assista anche nella fase di pubblicazione, della stampa, della presentazione, della promozioni sulla stampa e sul web.
Chissà quanto costa.
E poi, dove trovarlo?
In realtà lo hai già trovato.
Contattaci senza nessun impegno.
Troverai tutte le risposte.
Troverai soprattutto la sorpresa di scoprire che é tutto molto più facile di quanto pensavi.

In pratica da decenni i nostri governanti piangono miseria, assistono inerti ai sacrifici del popolo per tirare a campare e per di più costringono i cittadini più giovani all’emigrazione, essendo seduti su tesori immensi ed incalcolabili che lasciano inutilizzati anzi ne favoriscono la dispersione, la distruzione ed il degrado.

Parlo degli investimenti nei beni culturali (archeologia, storia, arti, ambiente, paesaggio) che la nostra nazione detiene in quantità eccezionali.

Sui media, un giorno si e l’altro pure si assiste al pianto greco sull’Italia povera (di materie prime). E lo si insegna anche ai ragazzini a scuola. Addirittura negli anni scorsi circolava, proprio negli ambienti politici e ministeriali il detto orrendo, la bufala imbecille che: “la cultura non dà da mangiare”.

Da qui bisogna partire. Dallo smontaggio di questa solenne e idiota fanfaluca.

Non è uno smontaggio difficile. Basta invitare tutti quelli che a questa fanfaluca ci credono, a stare per qualche ora davanti al Metropolitan Museum of Art di New York per osservare la marea ininterrotta di persone, proveniente da tutto il mondo, che sta in fila per ore pagando un salatissimo biglietto per godere per qualche istante del privilegio di stare di fronte all’arte e alla bellezza. Arte e bellezza che non sono che una piccola partedi quanto abbiamo noi.

Se poi non vogliono andare a New York possono fare un salto a Parigi davanti al Louvre o a Londra davanti al Victoria and Albert o a Madrid davanti al Prado.

Beh si… potrebbero anche andare a fare la fila davanti agli Uffizi a Firenze o alla Reggia di Caserta e trovarle chiuse per sciopero, manutenzione o altro…

Ma io li invito a visitare gli immensi complessi (università, campus, biblioteche, centri di ricerca, artigianato arte etc) che in tantissimi posti degli USA sorgono magari attorno alla … pentola più grande del mondo, ad una capanna dei primi coloni americani, ad una automobile dei primi dell’800, alla ricostruzione di un castello europeo…

Perché i beni culturali, se utilizzati bene, producono (anche) tanto reddito e sviluppo. Producono ricchezza. Sono essi stessi la sintesi della ricchezza. Ricercati come investimento, tesaurizzazione, ed esibizione di potenza in tutte le epoche ed in tutti i luoghi.

Che i beni culturali siano in tutti i tempi l’espressione massima della ricchezza e del benessere noi dovremmo saperlo benissimo visto tutti i nostri potenti (re, papi, imperatori ed oggi ceo di multinazionali, banchieri, mafiosi e profittatori di ogni razza) cercano di farne incetta.

Bene, secondo una stima approssimativa, l’Italia possiederebbe circa un quarto di tutti i beni culturali (siti e beni archeologici, storici, culturali, artistici, ambientali, paesaggistici) del mondo.

E cosa ne fanno i governi italiani di questo immenso tesoro?

Poco o niente.

I nostri musei sono poveri, mal gestiti e quindi poco redditizi. Molti beni archeologici giacciono in magazzini, poco adatti e poco protetti per la mancanza di luoghi adeguati dove esporli. Addirittura, negli ultimi tempi, vengono lasciati sottoterra e nel mare per la difficoltà di esporli e valorizzarli.

I nostri beni artistici e storici stano in numerose chiesette preda di ladri e terremoti, lontani dagli occhi di un pubblico che pagherebbe per poterne godere la visione.

Anche i nostri beni ambientali e paesaggistici sono lasciati all’abbandono e al degrado preda degli speculatori e degli eventi naturali.

E sono beni che una volta persi sono persi per sempre per noi e per l’umanità intera.

La mia proposta è semplice:

Trecento miliardi investiti per raccogliere, inventariare, restaurare e proteggere e soprattutto mettere a frutto, valorizzare questo nostro immenso patrimonio culturale.

Trecento miliardi recuperabili anche semplicemente istituendo una società per azioni per la proprietà e gestione di questo immenso patrimonio, col 60 per cento di proprietà delle azioni dello stato e 40 per cento di azionariato popolare.

Sarebbe sicuramente un’enorme e solidissima struttura finanziaria. Forse la più ricca al mondo.

Ma sarebbe, per noi, il più grande investimento di tutti i tempi capace di produrre reddito, sviluppo, benessere, compatibilità ambientale e culturale, avanzamento scientifico e tecnologico e soprattutto lavoro, lavoro qualificato che bloccherebbe l’emorragia di cervelli e l’emigrazione dei nostri giovani.

Trascinerebbe uno sviluppo incommensurabile nel settore turistico della logistica, del benessere, dei trasporti.

Sarebbe costruire in Italia un paradiso culturale e di bellezza meta ambita di tutti i cittadini della terra.

Senza contare che una struttura che possiede un quarto dei beni culturali del pianeta potrebbe tranquillamente garantire il nostro debito pubblico meglio di qualunque bot e garantirci nuova autonomia e capacità di scelta.

Perché nessun governo lo ha mai fatto?

Forse perché nessuno ci ha mai pensato?

Forse perché nessuno lo ha mai proposto?

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