Chi è stato il peggior politico italiano dell’ultimo decennio?

Chi è stato il peggior politico italiano dell’ultimo decennio?

Il tuo libro nel cassetto o il tuo libro in libreria?^

Hai un libro nel cassetto…
Beh forse non é un libro vero e proprio…
Non ancora.
– Le tue poesie
– Una storia che vorresti raccontare
– Il resoconto di un viaggio.
– La storia della tua vita da lasciare a figli e nipoti
– Una ricerca.
– Le tue fotografie…
– La storia di un grande amore…
Vorresti proprio che tutto questo, che conservi gelosamente e che ogni tanto rileggi, diventasse un libro vero e proprio.
Magari un libro di successo.
Perché no?
In poche parole vorresti pubblicarlo ma non sai da dove cominciare.
Hai bisogno di un bravo redattore che metta tutto in ordine, che risolva le questioni redazionali, i titoli, che digitalizzi e corregga tutto in ottimo italiano, che ottimizzi le immagini, la forma, l’impaginazione, che disegni una bella copertina.
Che, magari, ti assista anche nella fase di pubblicazione, della stampa, della presentazione, della promozioni sulla stampa e sul web.
Chissà quanto costa.
E poi, dove trovarlo?
In realtà lo hai già trovato.
Contattaci senza nessun impegno.
Troverai tutte le risposte.
Troverai soprattutto la sorpresa di scoprire che é tutto molto più facile di quanto pensavi.

Per dare una risposta decente a questa domanda immagino che occorra, prima di tutto stabilire dei parametri che, in qualche modo, fissino la definizione di peggiore.

Una cosa abbastanza relativa.


Per un ladro un politico che ruba o prende tangenti non è il peggiore. Come non lo è un politico bugiardo per un mentitore seriale… Come non lo é chi chiede i pieni poteri per chi è nazifascista.

Ma non basta. A questi parametri dovremmo dare un valore ed un peso secondo una scala sufficientemente condivisa.

In generale è condivisa l’opinione che il politico debba cercare di risolvere i problemi del paese. E questo sarebbe un parametro basilare.

Si pone quindi il problema di stabilire quali siano, nella realtà, i problemi dell’Italia.

Nella realtà e non nell’immaginazione.

E non è facile.

In questi ultimi decenni si è agitato, come pericolo sociale, il problema degli extracomunitari. E, quasi per niente, il problema del traffico. Ebbene la probabilità di venire ucciso, ferito, danneggiato in qualche modo da un evento terroristico, per un italiano è pari allo 0,0000000000003% mentre la probabilità di venire ucciso, ferito, danneggiato dalla cattiva circolazione stradale è altissima. Per il danneggiamento è purtroppo certezza.

Allo stesso modo nel settore della sanità si è agitato il problema del ritorno deli’epidemia del morbillo e, di conseguenza, della necessità di trattare da delinquenti i genitori che manifestavano prudenza e cautela nell’uso dei vaccini… Non è mai invece diventato un problema politico, nonostante i tanti scandali, il problema della sicurezza dei pazienti negli ospedali.

Morti per morbillo in Italia all’anno 0 (zero) oppure (forse) un paio vs morti per infezione ospedaliera 12.000 all’anno.

Ho accennato a dei problemi comuni, i primi che mi sono venuti in mente. Ma ve ne sono tantissimi altri. Per esempio la guerra scoppiata intorno alle pensioni di oltre i millecinquecento € al mese per la inadeguata sopravvalutazione degli aumenti che avrebbe impedito l’aumento di € 0.7 al mese. Quando l’INPS trattiene (ruba) le migliaia di euro versati dai cittadini che hanno versato meno di venti annualità. In generale persone che sono in miseria. (con una metafora astrale , nell’ambiente chiamano queste somme rubate “contributi silenti”.

Ma come abbiamo fatto, in Italia, ad andare dietro a problemi fasulli e a tralasciare i problemi veri?

Ce lo ha detto qualcuno (un politico) che aveva a disposizione media e soldi (e interessi) a farci percepire

E’un buon politico chi cerca d’imporre una percezione dei problemi, la sua ipotesi risolutiva ed addirittura gli obbiettivi della comunità? No. Non lo è. Al massimo è un aspirante dittatore.

Per fortuna siamo ancora in democrazia.

Quindi dovremmo, oltre al politico, considerare la squadra.

Ma la politica non funziona come il calcio (una squadra di migliori contro una squadra di peggiori che tira calci a un pallone).

Questa è una semplificazione dannosissima che produce la percezione di una realtà illusoria, fasulla.

In definitiva il pallone siamo noi e i calci fanno molto male.

La squadra (il partito o movimento politico) non deve giocare al pallone. Deve analizzare la realtà, utilizzando l’intelligenza collettiva, ed elaborare soluzioni efficaci ai problemi ed obiettivi comuni raggiungibili da proporre alla totalità dei cittadini come programma elettorale.

E’ questa la politica. Perlomeno quella democratica.

In politica si esprime e si esalta al massimo il concetto di comunità.

Tanti cittadini, una intelligenza collettiva, che condividono un progetto ed un metodo per affrontare e risolvere i problemi della comunità, per individuare e raggiungere obiettivi di miglioramento collettivo.

In un contesto come questo è un buon politico chi meglio si adopera per eseguire il programma scelto (votato) dai cittadini.

E quindi in Italia?

In Italia, da decenni, non si fa politica. Né al centro, né a destra né a sinistra.

(escluderei per il momento parzialmente il m5s)

Si gioca al pallone e tutti gli italiani, giulivi o rancorosi, giocano a dare voti, ad elaborare strategie vincenti, a fare il tifo per la propria squadra e a sputare sulla squadra avversaria.

Vi sembrerò marziano. ma non ho nessuna intenzione di partecipare a questo carnevale.

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