Comunità e leaders – Ci serve un duce o un conducente?

Reddito di cittadinanza. Le chiacchiere stanno a zero. Come la credibilità del cucuzzaro

Ci sciacquiamo continuamente la bocca con la parola democrazia (governo del popolo) ma siamo continuamente all’affannosa ricerca di un leader.

Il tuo libro nel cassetto o il tuo libro in libreria?^

Hai un libro nel cassetto…
Beh forse non é un libro vero e proprio…
Non ancora.
– Le tue poesie
– Una storia che vorresti raccontare
– Il resoconto di un viaggio.
– La storia della tua vita da lasciare a figli e nipoti
– Una ricerca.
– Le tue fotografie…
– La storia di un grande amore…
Vorresti proprio che tutto questo, che conservi gelosamente e che ogni tanto rileggi, diventasse un libro vero e proprio.
Magari un libro di successo.
Perché no?
In poche parole vorresti pubblicarlo ma non sai da dove cominciare.
Hai bisogno di un bravo redattore che metta tutto in ordine, che risolva le questioni redazionali, i titoli, che digitalizzi e corregga tutto in ottimo italiano, che ottimizzi le immagini, la forma, l’impaginazione, che disegni una bella copertina.
Che, magari, ti assista anche nella fase di pubblicazione, della stampa, della presentazione, della promozioni sulla stampa e sul web.
Chissà quanto costa.
E poi, dove trovarlo?
In realtà lo hai già trovato.
Contattaci senza nessun impegno.
Troverai tutte le risposte.
Troverai soprattutto la sorpresa di scoprire che é tutto molto più facile di quanto pensavi.

Ci sciacquiamo continuamente la bocca con la parola democrazia (governo del popolo) ma siamo continuamente all’affannosa ricerca di un leader.

E non di un leader qualunque.


Lo vogliamo carismatico, ricco, decisionista, potente e anche duro, anzi ce l’ho duro, inflessibile, magari anche sciupafemmine, strafottente e, in questi ultimi tempi di guerra, anche un po’ Rambo… sparafucile, capitano, patriottardo ed eroe.

Un leader vero che ci dia sicurezza e nelle cui mani affidarci completamente per liberarci dalla dura responsabilità di partecipare attivamente alla vita sociale facendoci carico dei problemi e di ricercare insieme le soluzioni.

Insomma più che un leader cerchiamo un capo, un duce, uno che ci faccia vincere… molto simile a quello che i nostri padri furono costretti ad appendere per i piedi dopo essere stati da lui condotti alla rovina.

Se non fosse così non ci divideremmo, come tifosi da curva sud, tra figurine patetiche come Putin e Zelensky e non avremmo mai accettato  così allegramente il commissariamento a tempo indeterminato della politica, il conticidio, la leadership di un banchiere che, secondo la propaganda, aveva in mano i destini dell’Europa intera e che, invece, nella realtà, non se lo fila nessuno, nonostante sia ubbidiente e faccia regolarmente i brutti compiti che gli dicono di fare.

Se non fosse così, prima di parlare di leaders, ci faremmo una domanda.

Quale è il compito, la mission di un leader?

La risposta più naturale, pratica e immediata è:.. fare il bene della comunità che rappresenta per la durata del suo (abbastanza breve) mandato.

Il bene di tutta la comunità che rappresenta, nel suo insieme, non dei suoi amici, mandanti, protettori.

Quindi il miglior leader che una comunità possa desiderare non è il più furbo, il più “carismatico” il più farabutto, il più ricco, il più potente, il più stimato, il più pazzo, il più avventuriero, il più eroico, il più crudele, il più spavaldo, il più simpatico, il più attaccato al poter, il più scemo… ma quello che riconosce quale è il bene della comunità che rappresenta e si pone come missione di aiutare la sua comunità a porselo come obiettivo comune e raggiungerlo nei tempi più giusti evitando grandi rischi ed evitando conflitti inutili e soprattutto, solo per la durata del suo mandato.

Tra i conflitti inutili mi sembrano molto inutili quelli che portano tante sofferenze e nessun vantaggio.

Tra i rischi più grandi oggi non è possibile non considerare la guerra nucleare.

Siamo sicuri che i leader di cui oggi ci occupiamo e preoccupiamo e che, magari, esaltiamo, siano i migliori leaders possibili?

Quelli che stanno facendo il bene (non solo gli interessi) della loro comunità, tutta la comunità (non solo i più ricchi e potenti) presa nel suo insieme?

Quelli che non guardano e non vedono solo il proprio buco, piccolo o grande che sia, ma allargano lo sguardo per avere una visione più ampia dei problemi della loro comunità e, anche, di tutte le comunità umane nel loro insieme?

Oggi più che mai, mi sembra importante fare questa riflessione tenendo conto che ricominciano a girare vecchie retoriche stantie del tipo patria, confini, gloria, eroismo, potenza, area di influenza che, nei secoli, e anche recentemente, si sono rivelate, sempre,  colossali trappole propagandistiche interessate a rifilarci, a rifilare alle varie comunità umane, leaders bidoni.

Ricordiamo, insieme, la fine miseranda dei tanto decantati “grandi leaders” e “uomini della provvidenza” italiani a partire da quelli degli ultimi anni. Superfluo fare i nomi, basta chiedersi quale bene hanno fatto alla nostra comunità, tutta la comunità e non i soliti noti, personaggi come Monti, Renzi, Berlusconi…

Rinfreschiamoci la memoria sui fallimenti colossali di mitologici leaders internazionali a partire dall’idolatrato Putin, oggi, anche esageratamente, messo alla gogna come delinquente e pazzo.

Pensiamo anche ai veri leaders che ce l’hanno fatta. Che hanno individuato i bisogni essenziali della loro comunità, quelli che hanno motivato la stragrande maggioranza dei loro concittadini in un percorso comune che ha trasformato migliorandola la loro comunità e la loro vita. Quelli che non si sono attaccati al loro potere e alla loro poltrona come cozze. Quelli che hanno concluso il loro compito e poi, in un modo o nell’altro, hanno lasciato il posto.

Non parlo solo dei grandi miti come Gandhi o Mao Tse Tung, parlo anche di personaggi come Nelson Mandela e l’uruguaiano Pepe Mujica e, anche, se vogliamo, in altro modo, della stessa Angela Merkel.

Le comunità umane moderne non sono più delle tribù affamate da guidare alla conquista del bottino e di nuovi territori di caccia, oppure da schierare a difesa dei confini del villaggio. Sono organismi terribilmente complessi e delicati concatenati tra di loro e straordinariamente connessi alle singole persone e al pianeta che le ospita, anche esso un organismo delicato e complesso che deve essere difeso e preservato in quanto casa di tutti.

Le moderne comunità umane, non hanno bisogno di duci, condottieri, capi… queste sono figure antiche, arrugginite che nel villaggio globale dovrebbero solo far sorridere.

Le moderne comunità umane, in quanto macchine complesse che si muovono verso strade, anche a volte, poco note, potrebbero aver bisogno, ancora, di conducenti. Donne e uomini che sanno cercare la via giusta, che sanno come percorrerla, che conoscono i delicati e complessi ingranaggi della macchina e sanno individuare i pericoli che incrociamo la comitiva, sono quelle e quelli che ricordano la destinazione e non perdono i viaggiatori per strada.

Soprattutto quelli che evitano scontri mortali con altre macchine.

Specie se più grosse.

 

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