Nomen gnomen. Matti Mattei

Nomen gnomen. Matti Mattei

“Matteo” della politica italiana sembra essere quello di distruggere ciò che altri hanno faticosamente costruito, pur di raggiungere il potere assoluto.
Ottenendo però, il risultato di distruggere sé stessi.
Una specie di istinto suicida inconsapevole che si esplicita nell’atto di andare a sbattere contro il proprio ego ipertrofico.

Il tuo libro nel cassetto o il tuo libro in libreria?^

Hai un libro nel cassetto…
Beh forse non é un libro vero e proprio…
Non ancora.
– Le tue poesie
– Una storia che vorresti raccontare
– Il resoconto di un viaggio.
– La storia della tua vita da lasciare a figli e nipoti
– Una ricerca.
– Le tue fotografie…
– La storia di un grande amore…
Vorresti proprio che tutto questo, che conservi gelosamente e che ogni tanto rileggi, diventasse un libro vero e proprio.
Magari un libro di successo.
Perché no?
In poche parole vorresti pubblicarlo ma non sai da dove cominciare.
Hai bisogno di un bravo redattore che metta tutto in ordine, che risolva le questioni redazionali, i titoli, che digitalizzi e corregga tutto in ottimo italiano, che ottimizzi le immagini, la forma, l’impaginazione, che disegni una bella copertina.
Che, magari, ti assista anche nella fase di pubblicazione, della stampa, della presentazione, della promozioni sulla stampa e sul web.
Chissà quanto costa.
E poi, dove trovarlo?
In realtà lo hai già trovato.
Contattaci senza nessun impegno.
Troverai tutte le risposte.
Troverai soprattutto la sorpresa di scoprire che é tutto molto più facile di quanto pensavi.

In realtà Renzi il suicidio, sempre sbattendo contro il proprio ego ipertrofico, lo aveva tentato, o forse solo provato, poco tempo fa, lanciando, nel “suo” referendum, la sfida estrema: “o vinco oppure smetto”.
Non ha vinto e non ha neppure smesso.
Come la maggior parte dei finti suicidi, ha, invece, predisposto le migliori condizioni per sopravvivere. Anzi per rivincere.
Furbo?
No. Paraculo.
Disposto ad essere agli occhi di tutti bugiardo e fanfarone.
Pur di essere.
Oggi ci ritenta.
Nella scissione di Renzi non vi sono motivi politici.
Non differenti visioni della realtà o degli obiettivi da raggiungere.
Non grandi differenze di programma.
Men che meno vi è la dichiarata strategia di “occupare il centro”.
Il centro dello “spazio politico” italiano non è né vuoto e neanche tanto attraente… Una palude verso cui continuano a dirigersi migliaia di apprendisti stregoni e Cetto Laqualunque.
E, in ogni caso, nulla avrebbe impedito a Renzi di “occupare il centro” (meglio e con più credibilità) restando con il PD’
Ma la questione non è politica, è personale.
Matteo Renzi, come Matteo Salvini, non vuole fare politica.
Vuole fare il leader.
Assoluto.
Non vuole partecipare al gioco.
Vuole condurlo. Determinarlo.
Da solo.
Senza condizionamenti.
Come Craxi.
Come Berlusconi.
Come Salvini.
Come Craxi, come Berlusconi, come Salvini, Renzi, in fondo, sottovaluta gli italiani ed è convinto che stiano ancora in attesa dell’uomo della Provvidenza che sarebbe, secondo questo paradigma, quello più dotato di culo e facciatosta.
E come Craxi, come Berlusconi, come Salvini, Renzi andrà a sbattere.
Anche se fosse migliore di loro.
Perché gli italiani non credono più nel grande leader infallibile, nell’uomo della provvidenza.
Lo dimostra la velocità con la quale cambiano le loro preferenze… e lo dimostra anche il fatto che i politici attuali più amati sono Conte e Mattarella. Che tra le icone della repubblica l’altare più alto spetta a uno come Sandro Pertini e che vi siano poi Moro e Berlinguer.
Per cui non mi è difficile prevedere per il buon Renzi tempi grami.
Come un palloncino riuscirà, forse, a farsi gonfiare per un poco, forse anche a tentare di decollare.
Per poi desolatamente sgonfiarsi…
E scendere a terra

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