Beppe Grillo, lo stupro e chi se l’è andata veramente a cercare

Beppe Grillo, lo stupro e chi se l’è andata veramente a cercare

Di che cosa stiamo parlando.

Dovrebbe essere oramai acquisito alla coscienza collettiva che lo stupro, sia un reato orrendo in quanto provoca lesioni gravi, più che nei tessuti biologici, nel tessuto delicatissimo della identità e della sicurezza emotiva della  vittima.

Il tuo libro nel cassetto o il tuo libro in libreria?^

Hai un libro nel cassetto…
Beh forse non é un libro vero e proprio…
Non ancora.
– Le tue poesie
– Una storia che vorresti raccontare
– Il resoconto di un viaggio.
– La storia della tua vita da lasciare a figli e nipoti
– Una ricerca.
– Le tue fotografie…
– La storia di un grande amore…
Vorresti proprio che tutto questo, che conservi gelosamente e che ogni tanto rileggi, diventasse un libro vero e proprio.
Magari un libro di successo.
Perché no?
In poche parole vorresti pubblicarlo ma non sai da dove cominciare.
Hai bisogno di un bravo redattore che metta tutto in ordine, che risolva le questioni redazionali, i titoli, che digitalizzi e corregga tutto in ottimo italiano, che ottimizzi le immagini, la forma, l’impaginazione, che disegni una bella copertina.
Che, magari, ti assista anche nella fase di pubblicazione, della stampa, della presentazione, della promozioni sulla stampa e sul web.
Chissà quanto costa.
E poi, dove trovarlo?
In realtà lo hai già trovato.
Contattaci senza nessun impegno.
Troverai tutte le risposte.
Troverai soprattutto la sorpresa di scoprire che é tutto molto più facile di quanto pensavi.

Un po’ meno acquisito è il fatto che l’unica persona in grado di giudicare veramente se un atto sessuale sia o no una violenza “uno stupro” è la persona che lo ha subìto. Dovrebbe anche risultare chiaro che banalizzare, deridere, mettere sotto accusa la persona che denuncia una violenza sessuale, uno stupro, non fa altro che aggiungere violenza a violenza, stupro a stupro, qualora questo stupro sia veramente tale.

Chiariti questi punti fermi, non si può non osservare la complessità  della nostra vita e delle nostre emozioni e capire quanto sia estremamente difficile “giudicare” nel senso di dare un giudizio legale e quindi eventualmente una giusta sanzione a tali forme di violenza.

La questione non vale solo in campo sessuale.

Giudichi ognuno di noi quante volte si è sentito drammaticamente violentato in una sua aspirazione, per lui di importanza vitale e legittima, in un suo diritto primario biologico o emozionale, senza che tale misfatto potesse essere portato in tribunale o avesse valore legale.

Non è per niente che il movimento “Me Too” che in questi anni si è occupato più da vicino della questione stupro e violenza abbia proposto un cambiamento radicale di paradigma, una rivoluzione culturale e non un improbabile “nuovo codice di procedura sessuale” che riscriva  reati con nuove pene e aggravanti.

 

Caso Grillo. Che cosa è accaduto veramente

Nessuno può sapere, tranne i diretti protagonisti e, viste le condizioni di scarsa lucidità da tutti loro ammessa, forse neanche loro, cosa sia effettivamente accaduto.

Ma ci sono fatti obiettivi verificati e, finora, non messi in discussione da nessuno.

Siamo in Sardegna a Porto Cervo, in una calda serata di fine luglio del 2019. Due ragazze e quattro ragazzi della Genova bene (tra cui il figlio di Beppe Grillo), tutti più o meno intorno ai venti anni, dopo una serata, pare (anche) a base di alcool e droghe, si ritrovano nella casa vacanze del comico genovese.

In una stanza della casa dorme tranquillamente la moglie di Beppe Grillo madre del ragazzo. Durante la serata,  che sarebbe documentata da un video, continuano bevute, fumo, scherzi e giochi sessuali. Una delle ragazze stanca si mette a dormire. Gli altri continuano. La madre del giovane Grillo non si accorge di nulla.

Nella settimana successiva non accade niente. Tutti i protagonisti continuano la loro normale esistenza di giovani e ricchi vacanzieri. Dopo una settimana, una delle ragazze, tornata a Milano, riferisce alla madre di una violenza subita da tutti e quattro i ragazzi e, con la madre, va a denunciare il fatto.

Iniziano le indagini della procura e la difesa della ragazza viene assunta dalla avv. Buongiorno famosa per aver difeso personaggi del calibro Andreotti (sulla sua presunta appartenenza alla mafia) e, attualmente Salvini.

Le indagini, che si profilano complicate e difficili, proseguono e, finora, non vi è nessun provvedimento formale, nessun arresto, nessun rinvio a giudizio.

I media seguono la vicenda senza particolare clamore, descrivendo i fatti con una certa obiettività.

Fino a qualche giorno fa, quando giornali, tv e social iniziano una campagna martellante che riporta indiscrezioni e voci su un presunto rinvio a giudizio e arresto del figlio di Beppe Grillo. Voci finora non confermate dalla procura.

La campagna di stampa viene ripresa da Salvini e utilizzata come propaganda, dopo il suo rinvio a giudizio sul processo Open Arms.

Grillo sbrocca di brutto e pubblica un video.

 

Cosa ci racconta il video di Grillo.

Beppe Grillo appare nel video come un padre alterato, emotivamente fragile, forse impaurito, terrorizzato, arrabbiato e, comunque, fuori di testa.

Dice poche cose ma tutte di una certa gravità.

  • Da giorni su tutti i media e i social mio figlio viene presentato come uno stupratore seriale.
  • Il reato di stupro è un reato grave che prevede l’arresto immediato.
  • Perché non avete arrestato subito i responsabili? Vi avrei portato mio figlio a calci nel culo.
  • Evidentemente avete capito che i fatti sono andati diversamente. E sono effettivamente andati diversamente.
  • Non è possibile che una dopo aver subito una violenza se ne vada in giro tranquillamente e solo dopo una settimana denunci un reato così grave.
  • C’è un video che dimostra ampiamente questa verità. Un video che mostra una serata di giovani che si divertono insieme. Quattro coglioni che bevono e scherzano e non stupratori seriali.
  • Invece di arrestare mio figlio. Arrestate me.

Nel video Beppe Grillo appare esasperato e sotto pressione.

Non sarebbe la prima volta che il comico subisce pesanti attacchi.

E’ la storia della sua vita e spesso gli attacchi se li è “andati a cercare” mettendo naso, mani e soprattutto lingua in situazioni e zone off limits.

Ma nella ultima frase di questo suo video sta dicendo qualcosa di diverso.

Come se sospettasse che questo attacco mediatico contro suo figlio sia in realtà un attacco diretto contro di lui.

E che suo figlio stia, in realtà, pagando non per una violenza sessuale (tutta ancora da dimostrare) ma per l’attività politica di suo padre.

 

Chi e perché attacca Peppe Grillo.

Se, col suo video, Beppe Grillo voleva far cessare gli attacchi mediatici si è sbagliato clamorosamente. In questi giorni è su tutti i giornali, su tutte le tv, su tutti i social,  in tutti i talk show.

Attaccato da destra e sinistra, da fascisti e comunisti, da liberal e da conservatori, da reazionari e da “soi disant” rivoluzionari. Come fosse lui il mostro di Firenze.

Tutti scavano e scovano nelle parole del suo video non un padre disperato che difende suo figlio che ritiene, a torto o a ragione, innocente, non uno dilaniato dal timore di essere lui stesso, perlomeno in parte, responsabile dei guai di suo figlio, ma il mostro che difende gli stupratori e attacca la vittima.

Tutti si attaccano e attaccano la frase “non è possibile che una che ha subito uno stupro si comporti come se niente fosse e denunci il reato dopo otto giorni” per stigmatizzare una sua “complicità maschile” con i presunti autori della violenza. Nel video lui dice chiaramente “se mio figlio è uno stupratore lo accompagno in galera a calci in culo”

Nessuno si sofferma sulla sua denuncia di una campagna di stampa che insinua un rinvio a giudizio finora smentito dai fatti.

Nessuno si sofferma sulla denuncia di un ritardo delle indagini (che probabilmente è giustificato dalla complessità del caso che mette molti dubbi sulla facile e banale ricostruzione colpevolista).

Nessuno ha cercato di recuperare il video di quella serata. Nessuno ha cercato di sapere come stanno andando effettivamente le indagini.

Nessuno, soprattutto, si ricorda del garantismo e della presunzione di innocenza che sbandierava ai quattro venti, fino a qualche giorno prima, in difesa di famosi ladri, mafiosi pluriomicidi, bancarottieri, corruttori (fiscali, di minorenni, di guardie di finanza, di dirigenti rai).

Perché a nessuno interessano veramente i fatti.

Le campagne di opinione come questa non sono costruite per far conoscere qualcosa ma per schierare le emozioni dei cittadini su dei fatti (veri o falsi non importa) dati per assodati.

L’obbiettivo di questa campagna di stampa non è certamente difendere la vittima del presunto stupro.

Schierare l’opinione pubblica in suo favore.

Nessuno dei “grandi giornalisti” ha cercato di capire chi fosse questa ragazza, nessuno, come si fa in questi casi, ha raccontato la sua storia. Nessuno ha raccontato come sta andando l’inchiesta.

Lei non interessa, a nessuno.

Sicuramente, obiettivo della campagna, non è neanche il rampollo del comico genovese.

Anche di lui le cronache, i dibattiti e le chat dicono niente salvo lanciare sottintesi tipo “figlio di ricco = stronzo e delinquente”, il che può anche essere vero ma non tiene conto  che, forse, ci sono anche figli di ricchi che sono persone per bene.

Obiettivo della campagna, probabilmente non è neanche lo stesso Beppe Grillo.

In fondo non è difficile capire e accettare che un padre abbia il diritto di ritenere non colpevole il proprio figlio che si dichiara tale.

Perlomeno fino a prova contraria.

 

Come andrà a finire

L’obiettivo di chi c’è dietro tutto questo ambaradan è, secondo me, quello di certificare, dimostrare, rendere lampante la pretesa ipocrisia di un movimento che farebbe le battaglie per l’onestà, solo a parole.

Che sarebbe dalla parte della legge solo fino a quando non si tratta dei propri interessi.

Che sarebbe retrogrado e contro le donne.

Risultando, nei fatti, esattamente uguale agli altri partiti.

Anche se ha candidato ed eletto il maggior numero di parlamentari donne.

Anche se si è reso promotore di battaglie concrete contro la discriminazione e per una maggiore giustizia sociale.

Anche se in molti anni di politica e di governo non è stato mai interessato da una inchiesta seria relativa a reati corruttivi.

In pratica sputtanarne uno per sputtanare tutti.

Così tutti colpevoli e corrotti, nessuno colpevole e corrotto.

Un obiettivo ricercato da sempre, con la campagna contro la carriola del padre di Di Maio, con la terribile campagna di stampa che ha travolto, il governo giallorosso, anche con la campagna contro Gratteri.

E’ questo che risulta evidente leggendo articoli, post, pareri e commenti…

Un moralismo odioso (nel senso “atto a scatenare odio”) a piene mani, senza risparmio.

Il famoso “metodo Boffo”.

Sporcare per depotenziare.

Per indebolire l’avversario.

Per demotivare chi cerca di cambiare

Per cancellare ogni ipotesi di cambiamento.

A che serve cambiare opinione politica se poi tutti i politici sono gli stessi?

Un obiettivo che, forse, non sarà raggiunto neanche stavolta.

Beppe Grillo, non è il capo del governo, non è un ministro o un parlamentare (in altri partiti lo sarebbe stato).

Quindi non deve dimettersi di nulla.

E’ un predicatore “pazzo”.

Uno che fa politica con le cose che dice e non con il potere che esercita (che non ha mai avuto).

Ed il m5s, checché se ne dica, è ancora un movimento di opinione che non può essere cancellato per decreto di nessuno e neanche con una campagna di stampa.

Non fino a quando riuscirà ad interpretare e rappresentare le attese di una massa enorme di cittadini che ha veramente voglia di cambiare.

Non fino a quando ci sarà bisogno di cambiare.

Questa campagna forse raggiungerà il risultato di separare maggiormente Grillo dal M5s.

Per il movimento non sarebbe neanche un grosso danno e neanche per Grillo.

Forse farebbe bene a entrambi.

E Grillo che ha passato la sua vita a provocare, a protestare contro tutto e contro tutti, a deridere i potenti, a fondare un movimento che in pochi anni ha vinto le elezioni e ha tentato di governare in modo diverso l’Italietta mettendo in crisi equilibri acquisiti da tempo immemorabile, beh Grillo, in fondo, questa volta, è proprio uno che… “se l’è andata a cercare”.

 

Mimmo Loiero

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